Tony Tormenta by Rosanna Rubino

Tony Tormenta by Rosanna Rubino

autore:Rosanna Rubino [Rubino, Rosanna]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Thrillers, General, Fiction
ISBN: 9788834723944
Google: BMtlAwAAQBAJ
Amazon: B00EAPQC6C
editore: Fanucci Editore
pubblicato: 2013-08-01T22:00:00+00:00


4

«Buon compleanno, Tony» dice Caroline sulla porta di casa. Mi trattiene per un braccio e dice: «Oggi è l’ultimo giorno. Avrei tanto voluto finire la scuola, io!»

Poi mi lascia andare.

Il giardino profuma di sole.

I fiori della magnolia sprizzano una luce porpora.

Boa non c’è.

Sono le 8:05.

Prendo la bici.

Passo accanto al campo di gelsi.

Due contadini hanno appena steso le reti intorno agli alberi. Uno dei due si arrampica sul tronco, rapido come un topo, e scuote i rami. Una pioggia di bacche purpuree colora la rete. Quello in basso si accorge della mia presenza e fa segno all’altro di guardare verso di me. Quando l’altro si gira io sono già lontano.

Attraverso la città.

Passo davanti all’officina del fabbro.

Il suo animale sentinella mi guarda in cagnesco.

Arrivo a scuola.

Lego la bici a un palo.

In aula aspetto il mio turno.

Guardo fuori dalla finestra.

Un falco nero taglia in due il cielo.

Butto giù una pillola di Pitoxin.

Sono le 10:40.

La commissione d’esame chiama il mio nome.

Rispondo a tutte le domande.

Me ne fanno altre.

Rispondo anche a quelle.

«Per noi è sufficiente» dicono.

Il preside ciuccia il sigaro.

Il sigaro è spento.

«Congratulazioni» dicono.

«Può andare» dicono.

Il corridoio brulica di facce.

Non faccio caso alle loro voci.

Boa non c’è fuori ad aspettarmi.

Pedalo a razzo fino a Orange Brick.

«Il piatto è in tavola» dice Caroline.

Nel piatto c’è pollo fritto, e fagiolini.

«Ora non ho fame» dico.

«Stasera ti preparo una torta!» risponde.

Vado dritto in camera mia.

Faccio un giro per il giardino.

Le telecamere che ho gettato via ieri sono ancora lì tra le magnolie.

Caroline non sembra averci fatto caso.

Guardo nel fienile.

Bucefalo sbuffa polvere.

Bucefalo scuote la testa e batte lo zoccolo sulla paglia.

Perlustro i campi intorno.

Boa non c’è.

Mi rimetto in bici.

Sono le 14:28.

La Camaro rossa mi supera.

Sterza di botto.

Inchioda sul lato della strada.

Si solleva una nuvola di polvere.

Una spira di gas scivola fuori dal tubo di scarico.

Si attorciglia nell’aria torrida.

Fermo la bici.

Le quattro portiere dell’auto si aprono all’unisono.

L’auto sembra un’astronave telecomandata.

Mi vengono incontro.

«Ehi, Merda Secca, che fai?»

«Abbiamo visto il tuo cane.»

«Sulla collina degli ulivi.»

Ridono.

Numero Due si gingilla con un sasso tra i piedi, poi gli dà un calcio e lo fa rotolare verso Numero Uno, che a sua volta lo butta verso Numero Tre. Vanno avanti così per un po’, a palleggiarsi questo sasso come se facessero dei tiri rasoterra con un pallone da calcio.

«Dài, Tony, vatti a riprendere il cane.»

«Poi vieni a berti una birra con noi al vecchio luna park.»

«Dài! Che poi andiamo alla festa tutti insieme.»

Rimontano in auto.

Abbassano il tettuccio e partono in quarta.

«Vieni al luna park se hai le palle» dicono.

Sono le 14:45.

La luce è gialla, i campi luccicano al sole e i chicchi di grano pasciuti al vento dolce della primavera s’ingrossano nelle spighe dorate. La siccità dell’estate scorsa ha bruciato i raccolti, ma le piogge torrenziali venute giù durante l’inverno hanno impantanato la terra, concimando la semina dell’autunno. Col passare delle settimane i campi hanno assorbito l’acqua in eccesso e i fusti delle piante stanno venendo su forti come canne.

Il grano è quasi pronto per la raccolta.

Le spighe vibrano. Le spighe chinano la testa mentre pedalo



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